Help Line

FB / IG / LK / YT

News

L’approccio rivoluzionario che parte proprio dalla cura del melanoma

Recentemente l’ente che autorizza i farmaci in America, la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato l’uso combinato di dabrafenib (Tafinlar) più trametinib (Mekinist) per il trattamento di pazienti adulti e pediatrici di età pari o superiore a 6 anni con tumori solidi non resecabili o metastatici con una mutazione BRAF V600E.

Detto così sembra qualcosa di assolutamente tecnico, incomprensibile e distante anni luce dalla nostra vita. E invece si tratta di un’intuizione geniale che vede tra i protagonisti un italiano, il Prof. Giuseppe Palmieri, ordinario di oncologica medica presso l’Università di Sassari e past president dell’IMI, l’Intergruppo Melanoma Italiano. Alla base di questa straordinaria intuizione vi è l’idea di non cercare di curare il tumore, la malattia, ma la mutazione. E se questa mutazione colpisce più tumori, allora si può provare a curarli tutti colpendo la mutazione che hanno alla base.

È un concetto un po’ complesso, proviamo a comprenderlo meglio: abbiamo detto più volte che il tumore è una malattia genetica, nel senso che qualcosa nei geni che regolano la cellula non funziona bene, impazzisce e inizia a dare ordini sbagliati e a far funzionare male la cellula. Quando questa inizia a duplicarsi e avere una famiglia di cellule impazzite come lei si forma una piccola massa tumorale che – se maligna – inizia a diffondersi nel corpo. Questi “errori” corrispondono a delle mutazioni. Una delle più note mutazioni che si trovano in molti melanomi è quella del BRAF. Questa mutazione è bersaglio di alcuni farmaci, dei quali vi ho già parlato in un precedente articolo.

Ma questa mutazione BRAF è presente anche in altri tipi di tumori solidi, e da qui nasce l’idea: e se invece di combattere il tumore, combattessimo la mutazione? “la variante V600E è responsabile fino al 90% dei tumori con mutazione BRAF.” ha spiegato il Prof. Palmieri in un articolo di ANSA. Ad oggi siamo davanti alla prima e unica combinazione di inibitori BRAF/MEK approvata con indicazione tumore-agnostica.

“Una decisione storica”, ha commentato il Prof. Palmieri ad ANSA “nei nostri studi abbiamo sempre sostenuto che si potesse trattare la mutazione e non il tumore. Malgrado sapessimo che BRAF V600E fosse tipico del melanoma eravamo convinti che potesse essere in assoluto un marcatore bersaglio di terapie e che anche altri tumori solidi potessero beneficiare degli stessi successi terapeutici.” L’auspicio è di veder presto replicata tale decisione da parte degli enti regolatori europei e italiani.

di Gianluca Pistore

La Carolina Zani Melanoma Foundation ETS Protagonista del Match Brescia Basket vs. Umana Reyer Venezia

Il ruolo del caregiver nella cura del paziente con melanoma

La Fondazione premia la vincitrice del primo bando di ricerca

Ti ascoltiamo

Per qualsiasi necessità non esitare a contattarci.

Help Line

La Carolina Zani Melanoma Foundation, attraverso una collaborazione con A.I.Ma.Me. Associazione Italiana Malati di Melanoma, mette a disposizione una sezione dedicata alla Helpline: uno spazio di ascolto in grado di fornire informazioni, supporto e guida a chiunque abbia domande o dubbi su questa malattia.

A.I.Ma.Me.

06 49776088
info@aimame.it​

L'ambiente si aiuta anche con piccoli semplici gesti

Questa schermata permette al tuo computer di consumare meno energia elettrica quando ti allontani o non stai navigando sul nostro sito internet.