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I benefici dell’alimentazione personalizzata durante il trattamento oncologico

Durante le terapie oncologiche, anche a causa degli effetti collaterali che ne derivano o della forte stanchezza che si manifesta, si possono riscontrare difficoltà a proseguire con le proprie abitudini alimentari.

Alcuni sintomi classici di queste terapie vanno proprio a intaccare in modo più o meno pesante il modo in cui si mangia, il modo in cui il corpo tollera alcuni alimenti e la stessa piacevolezza o meno a mangiarli.

Ovviamente per una terapia nutrizionale personalizzata non andrebbe tenuto in considerazione solo il tipo di cancro e il tipo di trattamento (oltre alle eventuali comorbilità) ma anche tutti gli effetti collaterali che ogni singola persona può presentare, insieme alle esigenze individuali che ognuno può avere.

Preparare le persone al fatto che il gusto e quindi i gusti potrebbero cambiare, che non c’è nessun cibo da condannare a priori così come non c’è nessun cibo da preferire in assoluto, informandole che anche le preferenze, le voglie e la tolleranza verso le consistenze e le temperature potrebbero modificarsi, è il primo passo.

Successivamente andranno fornite indicazioni pratiche che possano essere in linea con i nuovi bisogni riscontrati.

Questo risulta molto importante perché un’alimentazione personalizzata, rispettosa delle reali possibilità individuali, potrebbe aiutare le persone anche a sentirsi meglio, con maggiore forza ed energia, a tollerare meglio gli effetti collaterali correlati al trattamento, riducendo il rischio di infezione e velocizzando anche la guarigione.

I benefici quindi sono tantissimi. Quante volte invece davanti alla domanda che si rivolge ai professionisti sanitari sull’alimentazione viene risposto genericamente di mangiare quello che si vuole?

Di questo concetto ne riparleremo nel prossimo articolo.

Ricordiamoci che l’alimentazione fa parte della “cura” e della quotidianità di ogni persona e che, a volte, per chi ha una patologia è una delle poche componenti che può autodeterminarsi, rispetto a tutte le altre componenti terapeutiche (farmaci, trattamenti, ecc.), dando un forte contributo anche psicologico al processo di guarigione e della cura di sé.

Non avere voglia, tempo, forze o possibilità di cucinare o dedicare tempo alla propria alimentazione non vuole dire volersi meno bene, siamo tutti diversi, con bisogni diversi. E’ proprio per questo che un supporto personalizzato in ambito alimentare vuol dire poter rispondere concretamente alle singole esigenze.

di Dott.ssa Alessandra Zanini, dietista

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