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Falsi miti sull’abbronzatura: ci si scotta sotto l’ombrellone? E in montagna? E mentre si fa il bagno?

Non c’è conoscenza scientifica che regga: vedere una giornata nuvolosa, con un po’ di vento non ci fa temere di scottarci come in una giornata di sole che spacca le pietre e in cui si muore dal caldo. Dobbiamo riconoscerlo, il solo intuito non può “salvarci la pelle” e infatti capita spesso di tornare a casa dopo una giornata al mare ed esclamare, piuttosto stupiti “ma che strano, non c’era nemmeno un po’ di sole eppure mi sono scottato” accompagnato dal classico “non capisco come ho fatto a bruciarmi: sono stato tutto il giorno sotto l’ombrellone”.

Per questo è bene, soprattutto in questo periodo estivo chiarire alcuni falsi miti sull’abbronzatura: i raggi UV che sono i responsabili dei danni alla nostra pelle (e del conseguente rischio di sviluppare tumori cutanei) sono capaci di attraversare le nuvole e raggiungerci, ci riescono con grande facilità, solo una minima parte viene schermata da un cielo nuvoloso. Quindi le nostre scelte di protezione dal sole non dovrebbero tener conto delle condizioni climatiche del cielo. Oppure, se vogliamo farlo in maniera scientifica, sarebbe opportuno osservare l’UV index. Ma su questo presto vi scriverò un altro articolo.

E sotto l’ombrellone? Partiamo dalla considerazione che anche il povero ombrellone non riesce a schermare tutti i raggi UV, esistono alcuni teli che hanno una capacità testata di filtrarli, hanno una certificazione chiamata UPF. Tuttavia, seppure usassimo questi teli per coprire i raggi che provengono direttamente dall’alto, rimarremmo esposti ai raggi che vanno a sbattere sulla sabbia e vengono riflessi su di noi. Per questo, anche se siamo sotto l’ombrellone rischiamo di scottarci.

Stesso discorso vale per i vetri di finestre e finestrini della macchina: non sono in grado di proteggerci e potremmo scottarci. Ma quindi che fare? Ripetiamo le semplici regole per prevenire le scottature:

  1. Non esporsi al sole dalle 11 alle 16, indicativamente, per orari più precisi occorre valutare il proprio fototipo e l’UV index di quella zona, magari è possibile parlarne col dermatologo che ci segue.
  2. Utilizzare vestiti con filtri UPF.
  3. Spalmare adeguate dosi di crema solare in ogni zona esposta del corpo (ad esempio le orecchie le proteggi?) ogni 2 ore e dopo aver fatto il bagno.

di Gianluca Pistore

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