Oggi vogliamo raccontarvi una testimonianza speciale, quella di Gianni Lanza, paziente di melanoma Mucosale.
La storia di Gianni inizia nella primavera del 2019 quando, in seguito ai sintomi di disfagia, scopre un melanoma alle mucose dell’esofago. Da lì inizia il suo percorso di cura tra Milano e Alessandria, affiancato da medici e oncologi di cui sottolinea l’umanità e la professionalità in ogni fase della malattia.
Ringraziamo di cuore Gianni per aver condiviso con noi la sua storia.
La diagnosi
Mi chiamo Gianni Lanza, ho 57 anni e sono nato ad Alessandria, dove vivo. Padre di tre figli maschi, ormai tutti cresciuti, sono un libero professionista nel campo dei finanziamenti.
La mia storia inizia nella primavera del 2019 con i primi sintomi di una disfagia che credetti di natura nervosa. Con il passare dei mesi, però, la deglutizione diventò sempre più problematica e a fine estate consultai il mio medico di base che mi prescrisse una gastroscopia.
A causa dei lunghi tempi di attesa passarono alcuni mesi dalla prescrizione, fino a che, nei primi giorni di dicembre, l’esame evidenziò una massa nell’esofago di 12 cm. La biopsia fu affidata al dipartimento di anatomia patologica dell’ospedale di Alessandria, ma, nonostante le innumerevoli analisi, non ci furono esiti e dovetti ripetere la gastroscopia per procedere a un ulteriore prelievo di materiale.
Passò ancora qualche settimana fino a quando, a inizio febbraio 2020, mi diagnosticarono un melanoma delle mucose dell’esofago.
L’inizio delle cure
Dal reparto di mesotelioma, melanoma e tumori rari dell’ospedale di Alessandria mi proposero di partecipare a un trial sperimentale presso lo IEO di Milano. Iniziai così a fare il pendolare tra Milano e Alessandria ogni tre settimane. Oltre alla somministrazione del pembrolizumab, a ogni seduta ricevevo una confezione di capsule di levantinib da assumere quotidianamente.
La sperimentazione durò in tutto due anni e per il mio caso risultò efficace: alla prima tac di controllo, avvenuta dopo alcuni cicli, il tumore era già regredito del 30%. Dopo nove mesi di cure sparì completamente e, insieme a lui, regredirono alcuni linfonodi sospetti che risultavano ingrossati a livello dello stomaco.
Sviluppai naturalmente tossicità alla terapia, alopecia al cuoio capelluto, vitiligine, ipotiroidismo, iposurrenalismo e una stanchezza cronica che mi accompagnò per i due anni di trial.
Oggi
Attualmente sono libero da malattia e, terminato il trial a marzo 2022, sono tornato in cura all’ospedale di Alessandria dove continuo l’immunoterapia ogni sei settimane.
Mi reputo una persona fortunata: ho trovato medici e oncologi di prim’ordine legati da un forte spirito di collaborazione. Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno accompagnato in questo difficile percorso con tanta umanità e amore: medici, infermieri, tutto il personale radiologico. Siete stati i miei angeli.